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Suppo alla Honda, ecco i motividi Marco MasettiIl nostro inviato fa un po' di chiarezza sulla notizia del passaggio del team manager dalla Ducati alla HRC
Valencia (SPA) – La notizia del giorno è stata l'addio di Livio Suppo alla Ducati per passare alla HRC e l'arrivo di Alessandro Cicognani al suo posto nel team di Borgo Panigale; un giovane alla guida del progetto Moto GP della Ducati. Strano questo mondo nel quale i piloti restano blindati e il mercato è in fermento per i movimenti dei tecnici e dei manager. Per fortuna domani sulla pista spagnola si accenderanno i motori… Intanto facciamo un po' di chiarezza, l'arrivo di Livio Suppo all'HRC significa una cosa: la fine dell'era di Alberto Puig che ha saputo sfruttare il potere che gli derivava dall'essere l'uomo dello sponsor e il manager del pilota di punta, Dani Pedrosa. Suppo è un duro, uno che sa farsi largo e lo possiamo immaginare bene anche in questa nuova avventura. Del resto Nakamoto, l'uomo di punta HRC sui campi di gara, lo aveva detto fin dai test precampionato in Malesia: "Chi è questo Puig che conta così tanto?". I motivi dell'addio di Suppo alla Ducati, dopo dieci anni, sembrano riconducibili anche ad un'offerta da parte della Honda a cui non si poteva dire no.
Nel paddock intanto si continua a parlare anche dell'addio di Davide Tardozzi dal team Ducati SBK a causa della perdita del Mondiale. Sarà vero, come pensano tutti, oppure è l'Aprilia ad aver cercato il manager di Ravenna? Per ora solo supposizioni…
Torniamo alla Moto GP, con la Ducati guidata dal duo Guareschi-Cicognani, l'HRC da Suppo, resta poco da sistemare. Anzi molto: un team. Il team Scot sta vivendo ore decisive per restare in MotoGP con Alex De Angelis in sella ad una Honda. Adesso la strategia è concentrare tutte le risorse nel progetto Moto GP, lasciando perdere la Moto2. E la Scot aveva già iscritto due moto!
Infine, ecco una buona notizia per la neonata Moto 2: è arrivato l'annuncio ufficiale della nuova squadra che porterà in gara Roberto Rolfo e Robertino Pietri.
E COME SE NON BASTASSE :
Tardozzi: addio definitivodi Luigi Rivola, foto Alex PhotoIl Team Manager ravennate, che tanti traguardi ha conquistato con la Ducati in Superbike, saluta Borgo Panigale e cerca nuovi stimoli altrove. Un lungo sfogo telefonico
Non ci sono stati ripensamenti. Davide Tardozzi lascia la Ducati e cerca nuovi stimoli al di fuori dell'azienda nella quale è cresciuto professionalmente cogliendo importanti risultati. "E' una decisione che ho maturato da diversi mesi – spiega Davide Tardozzi – e che volevo comunicare dopo la gara di Portimao sperando di farla coincidere con la conquista del titolo mondiale. Purtroppo questo non si è avverato, ma il rammarico per non aver vinto il titolo non mi ha fatto cambiare programma. Lascio la Ducati, un'azienda che ha avuto tanta parte della mia vita, che mi ha regalato enormi soddisfazioni e con la quale ho condiviso tanti momenti di grande felicità. Lascio alcuni amici veri, come gli ingegneri Claudio Domenicali e Filippo Preziosi, che hanno compreso questa mia esigenza di cambiamento e si sono comportati nei miei confronti con la massima correttezza. Io sono ancora legato con un contratto alla Ducati, ma non mi sono state imposte penali o condizioni particolari per lasciarmi libero: non solo mi è stato concesso di interrompere il rapporto, ma mi è stato anche detto che, nel caso si prospettasse una collaborazione con altre Case, la Ducati non si opporrà facendo valere il contratto fino alla sua naturale scadenza".
Davide Tardozzi e l'ing. Claudio Domenicali
- Quindi non è una decisione maturata dopo la polemica di Imola... "Assolutamente no. Ribadisco che sono molti mesi che penso di chiudere con questa esperienza che non mi rinnova più gli stimoli di cui sento il bisogno. I miei rapporti non solo coi manager della Ducati, ma anche con tutti gli uomini del mio team erano e sono eccellenti. Ieri ho passato cinque ore con loro per spiegare personalmente i motivi del mio abbandono. Ti assicuro che non è stato facile, ci siamo commossi un po' tutti. Ma era indispensabile per me chiudere questo capitolo, anche se, non lo nego, ho anche avuto un po' di paura a compiere questa scelta così radicale. E' infatti vero, verissimo, che al momento non ho alcuna proposta da altre Case e non ho ben chiaro che cosa realmente farò in futuro. Ho pensato anche che potrei applicare le esperienze fatte in ambienti totalmente diversi, extrasettore, oppure con ruoli che non hanno nulla a che vedere con quanto ho fatto fino ad oggi. Se qualcuno mi farà delle proposte, le esaminerò, altrimenti qualcosa mi inventerò". - Non sarà stata la polemica di Imola, però personalmente ti ho visto molto teso e inquieto dopo quell'episodio. Sbaglio? "Certo che ero teso. E' chiaro che le polemiche che sono sorte dopo la vittoria di Fabrizio mi hanno urtato parecchio. Viceversa, mi hanno fatto piacere ovviamente gli apprezzamenti al fatto che non abbia imposto ordini di scuderia ai piloti. Se dicessi che i giochi di squadra sono espressamente vietati dal regolamento, direi la verità, ma saprei anche bene che si tratta di un'utopia. Io ho ritenuto giusto comportarmi in quel modo, altri hanno pensato che mi sarei dovuto imporre. Io leggo tutto con molta attenzione e valuto gli appunti che mi vengono mossi, ma, lo ripeto ancora una volta, non è stata la polemica di Imola a convincermi a lasciare la Ducati".
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