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| Da ILSOLE24ORE.COM Così il Cern riprodurrà il Big Bang di Guido Romeo A Ginevra è cominciato il conto alla rovescia per Lhc, il più grande acceleratore di particelle al mondo alla cui realizzazione hanno contribuito anche molte aziende italiane. Alle 9.30 di oggi il primo fascio di protoni compirà un giro completo del gigantesco anello che corre per 27 Km nel sottosuolo, a 100 metri di profondità sul confine tra Francia e Svizzera. Un giro di rodaggio che è l'inizio di un'eccezionale avventura scientifica perché nei prossimi anni questa macchina, costata oltre 6 miliardi di euro, riprodurrà le condizioni iniziali presenti nell'Universo pochi attimi dopo il Big Bang. Lhc farà scontrare due fasci di protoni con energie fino a 7 volte superiori a quelle degli acceleratori utilizzati oggi per osservare le diverse particelle elementari che si formeranno da queste collisioni. Scopo dell'esperimento è cercare una nuova fisica oltre il «modello standard», l'attuale teoria delle particelle elementari coerente con la scoperta dei bosoni W e Z del Nobel Carlo Rubbia, che mostra però più di un problema nel descrivere la struttura dell'Universo. «Una questione centrale – spiega Fabiola Gianotti, l'italiana vice-responsabile di Atlas, uno dei due rivelatori principali insieme al Cms – è capire che cosa costituisce la materia oscura che costituisce circa il 20% dell'Universo. Nessuna delle particelle spiegate finora può spiegare questa componente misteriosa». Tra le particelle che Lhc dovrebbe immortalare c'è anche il famigerato Bosone di Higgs, la "particella di Dio" ipotizzata dallo scozzese Peter Higgs negli anno 60 per spiegare l'origine delle masse delle particelle elementari, ma mai osservate direttamente.
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