La prova su strada della R1 09

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cricchetto21
view post Posted on 19/1/2009, 18:15




Il suono roco della nuova R1 si sentirà parecchio nei circuiti: il 4 cilindri della sportiva Yamaha a scoppi irregolari porta finalmente aria nuova nel settore delle maxi fermo da anni su scelte tecniche radicate. Sarà disponibile dai concessionari a 16.190 euro c.i.m.
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Eastern Creek (AUS) - Dimenticate l'"urlo del quattro cilindri". Scordatevi "l'acuto agli alti regimi" di cui spesso si è parlato sulle riviste specializzate. La R1 muggisce come un toro quando il suo motore gira forte, e prenderla per le corna e portarla sui saliscendi di Estern Creek è un'esperienza di guida unica ed esaltante. Non è una moto perfetta, nelle chicane indugia un po' di più delle concorrenti, anche se con un attento set-up la situazione può migliorare. In frenata il pilota tende a cadere sul serbatoio che non offre un appiglio saldo alle gambe, meglio affidarsi a solidi tricipiti. Ma quando si gira la manopola del gas e la ruota motrice comincia a scrivere versi in inchiostro nero sull'asfalto, la poesia della velocità prende la testa e non si vorrebbe più scendere. La particolarità dell'albero motore (con le manovelle disposte a 90° l'una dall'altra e con gli scoppi disposti secondo la successione 270°-180°-90°-180° in luogo della consueta 180°-180°-180°-180°) non è una mera esercitazione tecnica, ma una decisa svolta nello stile di guida e nella resa in pista. In soldoni, l'erogazione della coppia cambia radicalmente, la spinta del motore diventa più lineare e diretta e consente un maggior controllo della forza motrice da parte del pilota. Si gira il gas e si dosa la coppia con precisione millimetrica, riuscendo così a sfruttare fino all'ultimo il grip che i pneumatici sono in grado di offrire.
Peccato che almeno ai nostri occhi la nuova R1 sia bruttina, un po' sgraziata, con la parte bassa della carena molto panciuta e un codino che potrebbe togliere lo scettro a quello della Suzuki B-King per sproporzione tra le parti e pesantezza visiva. Ma si tratta di scelte stilistiche dettate da precise ragioni tecniche: lo smaltimento del calore prodotto dai 182 CV del motore ha richiesto ampi passaggi sui fianchi della carenatura e silenziatori posti sotto la sella per mantenere le corrette lunghezze dei collettori al fine di generare la miglior coppia possibile. Senza contare che sono tozzi per accentrare il più possibile le masse. Così ci han detto, ma restiamo del parere che si poteva fare di meglio.

 
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