Come si scrive?

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Aceto66
view post Posted on 18/11/2009, 19:31




Qualche regola presa da questo prezioso sito di Luisa Carrada www.mestierediscrivere.com

Oggi cominciamo con apprendere poche regole sulla punteggiatura.

PUNTEGGIATURA
Fra le norme grammaticali, quelle che riguardano la punteggiatura sono le meno rigide. Spesso la scelta dipende dal gusto individuale, dalla sensibilità e dall'intenzione espressiva. In ogni caso:
• La virgola non si deve usare fra soggetto e predicato; fra predicato e complemento oggetto; davanti alla "e" o alla "o"; prima di quasi tutti i complementi introdotti dalle varie preposizioni (di, a, da, in, con, su, per, tra, fra).
• La virgola è invece obbligatoria davanti a ma, però, tuttavia e anzi.
• Le virgole sono inoltre facoltative negli incisi infatti, di fatto, in effetti. In questi casi occorre tenere presente che se se ne mette una bisogna mettere anche l'altra. Esempio: la donna, infatti, non si era accorta che…
• Il punto e virgola spezza frasi troppo lunghe senza interrompere il filo del periodo. É consentito però cambiare il soggetto della frase.
• Inoltre il punto e virgola è usato nelle enumerazioni e negli elenchi, quando i singoli elementi sono accompagnati da un'apposizione o da un'espansione più o meno lunga. Esempio: «Nel buio, l'uomo scorse un bambino, alto e robusto per la sua età; una donna vestita malamente di stracci; una ragazzina che poteva avere sì e no quindici anni».
• Il punto va usato frequentemente (le frasi brevi sono più leggibili).
• Il punto esclamativo è quasi sempre da evitare.
• Dopo il punto interrogativo e quello esclamativo non occorre altro segno di punteggiatura.
Nota bene: a conclusione di un periodo virgolettato, il punto va fuori dalle virgolette (e non viceversa).
Inoltre il punto non va mai usato nei simboli, e precisamente:
• nella chimica: Zn (zinco), H20 (acqua);
• nelle sigle delle province: Mi (Milano), Na (Napoli);
• nei simboli che indicano le grandezze fisiche: m (metro), 1 (litro), Km (chilometro).


e qualche curiosità che farà sorridere.

LUOGHI COMUNI
Spesso si utilizzano frasi che esprimono due volte lo stesso significato.
Oppure si usano due parole quando ne basta una (in questo caso ci troviamo di fronte alle cosiddette tautologie)
Qualche esempio da evitare:
• «A norma delle leggi vigenti» (ovvio che le leggi sono quelle vigenti).
• «All'alba di ieri mattina» (ovvio che l'alba di ieri era di mattina).
E ancora:
• destini futuri;
• pugno chiuso;
• entro e non oltre;
• concludere infine;
• proseguire poi;
• uscire fuori;
• requisiti richiesti;
• trovati reperti archeologici;
• protagonista principale;
• in estrema sintesi;
• previsioni future;
• unici esempi (si dice i soli esempi)
• Malgrado significa a dispetto di. Quindi «mio malgrado», ma non «malgrado la nuova legge».
Nota bene:
• Massa e Carrara: la Provincia è Massa e Carrara, ma i Comuni sono due: Massa (con la frazione di Marina di Massa) e Carrara (con la frazione di Marina di Carrara).
• Il capoluogo della Calabria è Catanzaro (e non Reggio Calabria).
• La nuova provincia di Verbano Cusio Ossola ha come capoluogo Verbania (sigla VB).
 
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pedar54
view post Posted on 18/11/2009, 20:25




questa è per me ne sono sicuro
 
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Aceto66
view post Posted on 19/11/2009, 10:59




ACCENTI
Le vocali a, i, o, u vogliono sempre l'accento grave (à), (ì), (b), (ù) a fine parola.
La vocale «e» vuole l'accento grave (è) nei seguenti casi:
• come voce del verbo essere
• nei nomi di origine straniera (tè, caffè, canapè, narghilè ecc.)
• nei nomi propri: Noè, Mosè, Giosuè ecc.
• nei seguenti termini: cioè, ahimè, ohimè, piè.
La vocale «e» vuole l'accento acuto (é) nei seguenti casi:
• nelle voci verbali tronche del passato remoto: poté ecc.
• nei composti di che: perché, poiché, affinché, benché ecc,
• nei composti di tre: ventitré ecc.
• nei composti di re: viceré ecc.
• nei monosillabi: sé (pronome), né, ché, ecc.
• nella parola mercé.
I monosillabi non vogliono accento, tranne i seguenti:
• ché (congiunzione causale o finale)
• dà (indicativo presente del verbo dare).
• di (come giorno o imperativo del verbo dire)
• è
• là
• lì
• né
• sé (pronome)
• sì

Evitare l'uso dell'accento circonflesso nei plurali: vari, propri, omicidi ecc.
• Gli accenti tonici che cadono nel corpo della parola non vanno, di norma, segnati, a meno che non servano a una migliore comprensione del testo. Esempi: condòmini (le persone), condomìni (gli edifici); subito / subìto; principi / princìpi; ancora / ancòra ecc.
• Nelle parole straniere si rispettano gli accenti originari (nella lingua spagnola l’accento é sempre acuto: adiolé, autodafé ecc.)
• I monosillabi prendono l'accento quando entrano a far parte di una parola composta: gialloblù, autogrù, Oltrepò ecc.
• « Po'» (per poco) si scrive con l'apostrofo e non con l'accento perché si tratta di parola tronca. La stessa regola vale per modo (mo’), casa (ca’), dei (de'), nonché per gli imperativi sta', fa', va', di' e dà. Fa eccezione «piè» (piede).
• «Qual è» e «tal è» vanno sempre senza apostrofo.
• Se stesso (e non sé stesso). Ma «sé stessi» (perché si può confondere con «se io stessi» e «se tu stessi» e «sé stesse» (perché si può confondere con «se egli stesse»).
Nota bene: La E maiuscola accentata non va mai con l'apostrofo (quindi È e non E’).
 
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cricchetto21
view post Posted on 19/11/2009, 20:06




Interessante.....
 
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Aceto66
view post Posted on 20/11/2009, 13:54




Nota bene: La E maiuscola accentata non va mai con l'apostrofo (quindi È e non E’)

il problema è capire qual'è il tasto
 
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DEPAONE
view post Posted on 20/11/2009, 16:40




SULLA TASTIERA CHE HO IO NON ESISTE.................
 
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Nitro8
view post Posted on 21/11/2009, 08:04




senti PROF. baciami il............
image
ciauuuuuuuuuuuuuuu :(Vaaa bene): :(beer):
 
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Aceto66
view post Posted on 21/11/2009, 14:37




Però c'è ..................
 
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DEPAONE
view post Posted on 21/11/2009, 15:28




ALLORA SCRIVILA ...
 
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Aceto66
view post Posted on 21/11/2009, 16:38




Tieni premuto ALT e digita nel tastierino numerico 0200
 
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Nitro8
view post Posted on 21/11/2009, 18:41




nun tieni proprio un c...o da fa!!!!!
 
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Aceto66
view post Posted on 22/11/2009, 10:56




ARTICOLI
• La lingua cambia e l'articolo gli viene sempre più usato non solo con il significato di a lui, ma con quello di a loro, a essi o a esse. Niente matite blu, quindi, come per il passato. Tuttavia sul Sole-24 Ore é gradita la forma più corretta. Quindi: «Io dissi loro» e non « Io gli dissi». Non si può invece dire o scrivere: «io gli dissi» per «io dissi a lei», bensì«io le dissi».
• Davanti a parole che cominciano per vocale, gn, ps, j, s impura (seguita da consonante), y, x, z, si usa l'articolo lo al singolare e gli al plurale.
Esempi: l'orologio gli orologi; lo juventino gli juventini; lo psicologo gli psicologi; lo stivale gli stivali; lo sponsor gli sponsor; lo xenofobo gli xenofobi; lo zucchero gli zuccheri.
Così, per analogia, sono preferibili le forme lo pneumatico gli pneumatici rispetto a il pneumatico i pneumatici (il cui uso si va, peraltro, sempre più diffondendo).
• Per certi nomi di città l'articolo si declina legandosi alla preposizione. Esempi: L'Aquila, La Paz, La Spezia, Il Cairo. Per cui: all'Aquila, alla Paz, della Sue, dal Cairo
• Si usa « il» davanti ai nomi che cominciano per «w», anche se inglesi. Esempi: il West; il whisky.
Nota bene: si scrive l'Fmi, lo Sdi, l’Sos.
 
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ClaudioMCO
view post Posted on 22/11/2009, 17:17




Visto chuì si parla di grammatica io vorrei dissertare sul modo di dire"entrare dentro o uscire fuori". Mi ricordo ,quando ero alle elementari, che se avessi scritto o usato in una
frase una tale corbelleria ,mi sarei preso uno sberlone (allora si usavano ancora) .
certo che mi piacerebbe proprio vedere uno "entrare fuori o uscire dentro!"
 
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cricchetto21
view post Posted on 23/11/2009, 20:14




CITAZIONE (ClaudioMCO @ 22/11/2009, 17:17)
Visto chuì si parla di grammatica io vorrei dissertare sul modo di dire"entrare dentro o uscire fuori". Mi ricordo ,quando ero alle elementari, che se avessi scritto o usato in una
frase una tale corbelleria ,mi sarei preso uno sberlone (allora si usavano ancora) .
certo che mi piacerebbe proprio vedere uno "entrare fuori o uscire dentro!"

:(Iol): :(Iol): :(Iol): :(Iol): :(Iol):
 
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Aceto66
view post Posted on 24/11/2009, 10:09




BUROCRATESE
II "burocratese" è una specie di malattia contagiosa. Cerchiamo quindi di attenerci a un linguaggio semplice e di facile comprensione. A titolo di puro suggerimento si consiglia quindi di utilizzare:
attribuire e non ascrivere
deciso e non sancito
delibera e non deliberazione
dirigere e non direzionare
fare e non espletare
modifica e non modificazione
nome e non nominativo
orientare e non polarizzare
restare e non permanere
questo e quello e non detto, predetto o suddetto
sostenere e non supportare
vedere e non prendere visione

CAPOVERSI
É inaccettabile un pezzo senza capoversi. Di norma va fatto almeno un capoverso ogni 7 8 righe di testo.

CHE
Non dire: «Il giorno che arrivò», ma: «Il giorno in cui arrivò».

CITAZIONI
Non abusare di frasi o espressioni latine. Nel caso utilizzare quelle corrette.
Alcuni esempi: brevi manu, deo gratias, statu quo, vox populi, una tantum, ad maiora, dulcis in fundo, currenti calamo, per aspera ad astra, deus ex machina, cum grano salis, lupus in fabula, conditio sine qua non.
 
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15 replies since 18/11/2009, 19:25   96 views
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